Descrizione
Nella nostra esistenza la morte resta l’evento ineluttabile per eccellenza, anche se oggi si vive come se si fosse immortali. Da alcuni decenni noi cristiani esistiamo passivamente, fino a essere complici di questa nuova forma di mondanità dominante, a un occultamento della morte e a una rimozione di questa realtà del nostro vivere quotidiano. È una vergogna e un tradimento della vocazione ricevuta nel battesimo, che è immersione nella morte, e non in una qualsiasi morte, ma nella morte del Signore. La morte viene così rubata all’uomo, come se fosse qualcosa di osceno, e la nostra vita rischia di non avere più un confronto con il momento della propria finitudine, perdendo ogni capacità di un autentico rapporto con gli uomini, le creature, il mondo in cui siamo stati posti. Il significato della vita subisce una deformazione disumana e il significato della morte sfugge sempre di più all’uomo costretto a morire in modo incosciente, nello spazio degli emarginati, secondo modelli forniti dalle ideologie dei consumi e dell’edonismo. Il libro è una forte e insieme consolante reazione a questo.
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